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domenica 13 agosto 2023

Frida Kahlo

Magdalena Carmen Frida Kahlo
y Calderon,  1907-1954
Frida Kahlo è una delle poche pittrici che hanno lasciato un'impronta nella Storia dell'Arte.
E per guadagnarsi un po' di spazio nell'olimpo degli dei ha dovuto sudare sette camicie.
La sua vita è stata più straordinaria delle sue opere, ma quelle opere sono il diario della sua vita e credo che nessun altro artista possa vantare una tale produzione di se stesso.
Per chi ancora non la conoscesse, Frida nasce in Messico nel 1907, tre anni prima della rivoluzione comunista che rovescerà la dittatura di Porfirio Diaz.

Da subito manifesta odio per le convenzioni e amore per le materie artistiche, ma i percorsi di questa ribelle verranno segnati da infermità e sopportazione.
Frida ha 17 anni quando subisce la rottura di due vertebre e lo sfondamento del bacino in seguito alla collisione fra un tram e l'autobus sul quale sta viaggiando. Da questo momento in poi la sua vita sarà scandita da interventi chirurgici e convalescenze che comunque non le impediranno di dipingere, imparare la rivoluzione, sposarsi e tradire il marito (per ripicca) anche con amanti del suo stesso sesso.
Frida ha amato le donne ma sono molto più numerose le donne che hanno amato lei. 

Il secondo evento per lei determinante è l'incontro con il pittore murale Diego Rivera, grande artista nonchè paladino della rivoluzione. Lui diviene il suo mentore e grande amore di tutta una vita, ma non solo. Molto più grande e grosso di lei, sarà anche quel figlio che Frida non riuscirà ad avere a seguito dell'incidente stradale.
Frida resta aggrappata alla vita nonostante le sofferenze fisiche e i numerosi tradimenti del marito. Non solo continua ad amarlo follemente, ma si fa bella, dipinge, insegna pittura e pulisce casa anche se obbligata su di una sedia a rotelle.
Frida dipinge se stessa nei più piccoli dettagli: dalla peluria sul viso alle arricciature degli abiti folk che lei sfoggia in onore delle contadine comuniste. Ogni quadro una pagina della sua vita.
Nel 1938 viene scoperta dai Surrealisti francesi e da quel momento diverrà celebre in tutto il mondo, più celebre del marito. Parigi impazzisce per lei e le signore vengono rapite dalle sue mise bucoliche.
A tutt'oggi Frida Kahlo è più apprezzata dal pubblico femminile che da quello maschile e quando una donna incontra Frida scatta sempre una simpatia.
Frida era tante donne ed è normale che in ogni donna ci sia un po' di Frida.

Anni fa, durante l'inaugurazione di una mia mostra di pittura, un giornalista mi fece una piccola intervista e ad un certo punto mi domandò quale fosse il mio artista preferito.
In quel periodo ero pazza d'amore per Frida e risposi che mi piaceva lei.
- Frida chi? - Mi chiese il giornalista.
- FRIDA KAHLO. -
Il giornalista non l'aveva mai sentita nominare ma io non mi diedi per vinta:
- Massì... Era una pittrice messicana che si faceva un sacco di autoritratti... -
Nulla. Ultimo tentativo:
-  Anche suo marito era famoso, si chiamava Diego Rivera! -
E dopo questa frase, finalmente il giornalista si illuminò:
- Ah, Diego Rivera... il calciatore! -

mercoledì 2 agosto 2023

Rally Città di Torino Bimbo travolto


Ero l'unica persona a non approvare il Rally che ogni anno si svolge "in casa mia" e mi sentivo anche scema perchè tutto il resto del mondo ne era entusiasta.

Questa manifestazione io non l'ho mai capita, semplicemente fuggivo dal mio paese ogni volta che l'evento si verificava. Ieri, sabato 27 maggio 2017, sono fuggita con mia madre e la sua sedia a rotelle caricata nel baule della mia auto. Siamo tornate a Lanzo alle 17 e c'era un silenzio irreale: nessuna auto roboante che ti tallona, nessun motore a scoppio che ti distrugge le orecchie, niente folla, niente transenne, niente calca. Nessuna traccia del rally, solo un po' di immondizia per terra.
Probabilmente è successo qualcosa di brutto, ho pensato, perchè di solito a Lanzo c'è il delirio fino alle 19...
Ho anche pensato a qualcosa di bello, ho pensato che gli organizzatori avessero capito fosse ora di "limitare" questo strano rally e farlo durare il meno possibile, così , tanto per non arrecare troppo disturbo, pericolo, invasione, e mettere d'accordo tutte le fazioni, quelle pro e quelle contro il trauma agli orecchi dei cani.
E invece il TG3 del Piemonte mi dice che è morto un bambino di 6 anni su a Coassolo. Un'auto del Rally ha perso il controllo ed è piombata su una famiglia di spettatori che assisteva alla gara.
Ma la colpa forse è della famiglia che non doveva stazionare in quel posto lì, e viene inquadrato il cartello che dice: "zona pericolosa per il pubblico" o roba del genere.
Ma forse la colpa è del pilota che ha avuto un malore, ed è anche colpa del cordolo che ha fatto deviare l'auto.
Ma non lo abbiamo ancora capito che le automobili sono delle potenziali armi?
Lanzo è una cittadella che per quanto bella sia non ha gli spazi adeguati per accogliere il raduno delle auto di un rally e le strade di Coassolo non possono diventare il circuito di un rally, così all'improvviso da un giorno all'altro.
Non ci sono paratie artificiali e neanche naturali. Moltissime case sorgono direttamente sul bordo della strada e non basta appendere qua e là dei foglietti plastificati con sopra scritto : pericolo di morte. Ridicoli i nastri legati da un palo all'altro.
Ho visto le immagini al TG3 e ho riconosciuto subito la curva dove si è verificata la tragedia, ma non ho visto staccionate di protezione per la salvaguardia di persone o cose e comunque non sarebbero servite a niente perchè un'auto da rally in corsa è un missile.
Le Valli di Lanzo hanno sicuramente bisogno di turismo e una manifestazione come il Rally ha la capacità di attirare un sacco di persone... ma Lanzo è già piena di persone e auto!
Pago le tasse in questa mia cittadella-stato ma quando arriva il rally io sono costretta a farmi da parte perchè ho paura delle auto che mi sfrecciano a fianco a tutto gas. E non posso neanche cambiare strada dal momento che metà del mio paese viene invaso e destinato esclusivamente ai carovanieri del rally.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra, ma non è possibile incolpare la famiglia del bimbo deceduto perchè si trovava in una zona "vietata" al pubblico.
Un'auto da rally lanciata su una strada di montagna abitata, è uno strumento così pericoloso che ci vorrebbero misure di sicurezza eccezionali per evitare danni collaterali.
Figuriamoci poi se la manifestazione prevede anche la presenza di un pubblico.
Semplicemente questo Rally Città di Torino non doveva avere luogo in un contesto non adatto ad un rally.
O forse sfidare la sorte fa parte del gioco... In fondo io di rally non ci capisco niente.
Sinceramente addolorata per questa inutile tragedia, porgo le mie condoglianze alla famiglia del piccolo Aldo.
Inutile perchè ci saranno attenuanti generiche per tutti e allora la colpa me la prendo io.
Scusami Aldo, di non aver organizzato per tempo un comitato NO RALLY.